"Speranza tra le rovine - 11
Settembre 2001"
Un articolo toccante che descrive che
chi sa come effettuare i recuperi può offrire il suo contributo anche in
momenti drammatici. Il file può essere scaricato anche a questo link:
(TMI Focus, Vol. XXIV, No. 4, Fall 2002)
Speranza tra le Rovine
di Dirk Dunning
Traduzione dall’inglese a cura di
Daniela Colavitti
Dirk Dunning ha partecipato due volte al
programma GATEWAY VOYAGE®, GUIDELINES®, due volte al programma LIFELINE® ,
HEARTLINE®, EXPLORATION 27® e BEYOND EXPLORATION 27 e dal 23 agosto del 2000,
ha ulteriormente ampliato la sua partecipazione e coinvolgimento nei progetti
del Monroe Institute (TMI) diventando moderatore di due dei gruppi di
discussione via e-mail dell’Istituto. In tutto ci sono settanta diplomati al
LIFELINE nel gruppo di discussione TMI Lifeline e cinquantatré diplomati in
GUIDELINES, nell’omonimo gruppo. Questi gruppi sono perlopiù dei forum creati
al fine di condividere esperienze, porre domande e discutere concetti e idee
tra amici. Gli iscritti mettono a disposizione tutta la loro formazione
ottenuta presso l’Istituto Monroe (TMI) in favore di un’attività di sensibilizzazione.
Il livello di questa loro formazione è stato particolarmente evidente in
seguito alla tragedia avvenuta l’11 settembre del 2001.
Poco dopo la distruzione del World Trade
Center e dell'attacco al Pentagono, molti di noi si sentirono chiamati a fare
ciò che potevamo per coloro che morirono quel giorno. I membri di TMI Lifeline,
per loro conto, iniziarono a fare recuperi individuali e di gruppo. Quelli di
Guideline si unirono presto al gruppo ed entrambi continuarono a fare recuperi
nei giorni successivi.
Le mie impressioni iniziali erano comuni
a quelle degli altri partecipanti. Immediatamente dopo il disastro, la scena
che subito si presentava era surreale. La polvere ed il caos erano travolgenti.
C'era così tanta morte. Eppure, c'era anche uno straordinario ordine in tutto
questo. Gruppi di persone stavano aiutando gli altri a uscire dagli edifici in
rovina mentre una colonna di luce si alzava sopra le torri in rovina. C'erano
così tante persone che lavoravano insieme che a volte era veramente difficile
distinguere i vivi dai morti. I membri dei nostri gruppi riferirono di aver
tentato di recuperare alcune vittime, ma vennero respinti poiché quelle che
vedevano come vittime, erano in realtà i soccorritori. Molti di coloro che
erano appena trapassati fungevano da guide. Incredibile! Tornavano subito
indietro per aiutare i loro amici e vicini a trovare la via. Il 6 ottobre sono
tornato al Monroe Institute per partecipare al programma successivo a
EXPLORATION 27. Uno dei partecipanti raccontava di aver iniziato a effettuare i
recuperi nell’istante in cui le torri stavano crollando. Inizialmente,
procedeva recuperando le vittime una ad una o in piccoli gruppi, ma presto si
rese conto che il numero dei defunti lo rendeva, semplicemente, poco pratico.
Quindi, affrontò il problema insegnando a coloro i quali aveva già recuperato,
come salvare gli altri allo stesso modo in cui erano stati recuperati loro. La
sera dopo il disastro, feci il mio secondo viaggio al sito del World Trade
Center e ne trovai ancora molti intrappolati lì dentro. A quel punto decisi di
utilizzare una tecnica che adottò Bruce Moen dopo l'attentato di Oklahoma City
(Ndt: vedasi il Cap. 1 “Oklahoma City” del libro “Viaggi nell’Ignoto” di Bruce
Moen) . Immaginai l'area libera da polvere e detriti emergere leggermente verso
la superficie. Poi, molto semplicemente "vidi" le persone integre e
libere dalle macerie degli edifici e iniziai ad aiutarle ad emergere in
superficie dove, poi, le guide li accolsero lì e li guidarono verso la luce.
Altri nel gruppo LIFELINE riscontrarono
le seguenti circostanze molto simili a tutti: i vigili del fuoco e i poliziotti
deceduti furono tra i più difficili da aiutare perché erano talmente
concentrati nelle operazioni di soccorso, che molti di loro stavano ancora continuando
nei loro sforzi, totalmente inconsapevoli della propria morte. Dan Dunlevy
chiese aiuto alla sua guida chiedendo che gli potesse indicare il modo migliore
per salvare gli addetti al soccorso, e la guida rispose prontamente suggerendo
l’idea di trasformarsi lui stesso in una vittima da salvare. E funzionò! Per i
passeggeri dell'aereo era molto diverso.
Intervenni in molti incidenti aerei e,
di solito, mi trovavo di fronte ad un mucchio enorme di anime traumatizzate,
ma, in questo caso, la fine arrivò così all'improvviso che i passeggeri
trapassarono senza problemi poiché, in nessun caso potevano dubitare di essere
morti.
Diversi membri dei gruppi TMI Lifeline e
Guideline accettarono di descrivere e condividere le loro impressioni e
osservazioni personali, come descritte qui di seguito:
"Gridai contro la TV, “Oh no, no!
Tutta quella gente, tutte quelle anime che se ne sono andate!” Un amico mi
chiamò proprio in quel momento, e piangemmo insieme. Mentre parlavamo la
seconda torre crollò, e il nostro cuore sprofondò nella tristezza e nel dolore
dell’impotenza. La mia guida sopraggiunse portando un caloroso senso di pace in
me inviandomi un'ondata di speranza che lasciava intendere che avrei potuto
aiutare nel miglior modo che conoscevo, recuperando quelle anime perse nei
luoghi del disastro ".
"Quando attingo l'energia delle
masse di anime che hanno appena lasciato il pianeta, ho la sensazione molto
forte che si stiano voltando per tornare verso di noi, per salvarci dal nostro
terrore, dal nostro caos interiore e dal nostro profondo coinvolgimento nelle
tragedia. Dicono che abbiamo più bisogno noi del salvataggio, di loro, perché
loro sono in pace, luce e amore ".
"Il flusso emotivo è stato molto
inferiore rispetto ad altre occasioni, in quanto i soccorritori stavano
lavorando duramente, uniti e solidali ed il pianto si era ormai ridotto al solo
pianto occasionale. Mi spezzò il cuore, tutto questo: i vigili del fuoco, i
poliziotti, pur sapendo che erano già morti, stavano ancora cercando di aiutare
le persone. Sembravano voler dire: "Non preoccuparti, vai avanti, qualcuno
verrà a tirarci fuori", riferendosi ai loro fratelli da quest’altra parte.
"
"Ero nel bel mezzo delle macerie.
La gente non riusciva a trovare una via d'uscita; spingevo le persone attraverso
un buco verso la luce e le mani scendevano per portarle via. Andai al Pentagono
per vedere se potevo essere utile lì. Vidi una signora in abito rosa che stava
vagando senza meta. Mi guardò e disse: "Sono andata solo a bere un caffè,
solo un caffè". Le dissi che andava tutto bene, tutto bene, ripetevo
ancora e ancora pur di riuscire ad avvicinarmi a lei, e chiederle di prendermi
la mano. Mi prese la mano. Avanzammo verso un buco tra le macerie e delle mani
la raggiunsero e se ne andò. "
"Chiesi allo spirito di mettermi
ovunque fosse necessario. Ero seduto su una sedia a recitare il Padre Nostro, e
subito mi guardai attorno e mi resi conto di essere su un aereo. Ebbi un
'istante' di paura, temevo che sarei stato messo a tacere. Recitai la mia
preghiera più forte, intensamente, dicendo soprattutto "perché tu sei con
me". Percepii chiaramente l'amore di Dio nel mio cuore ... pace,
tranquillità. Mi spostai in alto. Mi trovai circondato da una "rete” di
luce amorevole. Migliaia di persone si unirono a noi. Eravamo sopra alla città
di New York. Eravamo come un tappeto di pace, amore e luce. C’erano senza
dubbio angeli di luce in mezzo alla gente, e tutto era così pieno d’amore e di
luce. " Per quanto orribili fossero questi eventi, la scena vista dall'altra
parte mi ha regalato una straordinaria speranza. In questa situazione, densa di
innumerevoli ferite, tutti quanti - vivi e morti - si aiutavano a vicenda,
unendosi in un tutto per una causa comune. Esprimo il mio più profondo
ringraziamento ai membri del gruppo TMI Lifeline e Guideline che hanno lavorato
così duramente per aiutare le vittime. I nostri cuori vanno alle famiglie di
coloro che sono scomparsi l'11 settembre.”
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